Riporto alcuni paragrafi del manifesto del PD:
Sappiamo che la prosperità dell’Europa, e dell’Italia in particolare, dipenderanno dalla nostra
capacità di sviluppare conoscenze evolute ed idee creative, di puntare
sull'innovazione e la qualità dei nostri prodotti, valorizzando al meglio la straordinaria sedimentazione di competenze, gusto, cultura che proviene dall’ambiente in cui viviamo e dalla
nostra storia.
Secondo noi si deve quindi
investire di più nell’istruzione, nella ricerca e nell’arte, sapendo che la cultura è elemento costitutivo della civiltà europea e non uno mero strumento per la produzione.
Vogliamo assicurare un futuro alla cultura italiana favorendo la piena i
nternazionalizzazione della nostra comunità scientifica, spesso segnata da eccessivo provincialismo. Vogliamo rafforzare e sviluppare un forte
sistema pubblico di Università e centri di ricerca di eccellenza, affermando il principio dell’autonomia, della competizione tra le strutture sulla base di una valutazione rigorosa dei risultati, del rinnovamento generazionale su basi meritocratiche del corpo docente.
Crediamo in una scuola inclusiva, sempre più integrata in un sistema europeo della formazione, che garantisca effettivamente le
pari opportunità, che valorizzi le differenze e che contribuisca a costruire un’etica pubblica condivisa intorno ai
principi della Costituzione.
È nella scuola che si innestano le radici della cultura democratica e civile indispensabile ad una convivenza sempre più
multiculturale.
Anche con la scuola si previene il teppismo, la violenza e il razzismo.
Per questo vogliamo
restituire prestigio agli insegnanti. Vogliamo sostenere un sistema scolastico pubblico integrato (statale e non statale) che garantisca una elevata soglia di qualità ai percorsi formativi ed
escluda i diplomifici.
Nel campo dell’istruzione superiore vogliamo dare un sostegno effettivo ai «capaci e meritevoli, anche se privi di mezzi», di cui parla la Costituzione, perché possano studiare in
centri di eccellenza di livello internazionale ed acquisire quella cultura cosmopolita che serve alla classe dirigente di un grande paese come l’Italia.
Vogliamo rilanciare
l’industria culturale e della comunicazione italiana, essendo consapevoli che i media oggi costituiscono un settore strategico sia come veicolo di informazione e cultura sia come opportunità di lavoro altamente qualificato.
Questo settore nel nostro Paese è oggi più di altri ingessato a causa di una limitata concorrenza, ed in particolare a causa del
carattere oligopolistico del mercato pubblicitario e televisivo che va a nostro avviso superato.
Non possiamo limitarci ad acquistare contenuti se non vogliamo condannarci da un lato alla subalternità culturale e dall’altro a stare fuori da una delle più importanti industrie globali.
Il
cinema italiano è stato tra i protagonisti della cultura del Novecento.
È noto che il
«racconto» è il cuore dell’identità culturale di un Paese e noi vogliamo che sopravviva e si diffonda. È importante, oltre che economicamente strategico, restituirgli il suo ruolo nella cultura internazionale.
A questo fine, non pensiamo a pratiche protezionistiche quanto ad
incentivi per le produzioni europee che siano in grado di stare sul mercato mondiale.
Vogliamo che la
musica, il teatro e le altre forme di espressione artistica siano parte integrante della formazione culturale e abbiano quindi l’attenzione e il sostegno necessari.
Vogliamo reagire allo
scadimento della proposta televisiva puntando sulla qualità dei contenuti e l’obiettività dell’informazione, a cominciare dal servizio radiotelevisivo pubblico.
Vogliamo un
giornalismo della carta stampata libero da condizionamenti e interessi
di impresa estranei all’attività editoriale. Vogliamo promuovere la libera circolazione dei prodotti dell’ingegno, anche attraverso le nuove forme di scambio rese possibili dalle
tecnologie informatiche, se prive di fini di lucro, che consideriamo un
fondamentale fattore di libertà, di eguaglianza e di diffusione della conoscenza.Nel progettare l’Italia di domani, non possiamo peraltro dimenticare....
m.r.